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E' il rovescio della medaglia. Se il rugby affascina chi vi si avvicina fin da subito per quell'aura di lealtà, di sportività, di fango e orgoglio, dall'altro fin da subito nasce nel neofita un dubbio. Ma quei fisici, quegli energumeni velocissimi o quei mingherlini che si schiantano contro i piloni, possono essere frutto solo della natura? Non c'entra il doping? Ecco, il doping è l'ombra che accompagna, volente o nolente, la palla ovale. A questa ombra il rugby italiano dovrebbe rispondere all'unisono, forte e sicuro di sé. No, I'm doping free! Allora, se lealtà e sportività sono i veri valori che accompagnano la palla ovale, allora rugbisti e club abbiano il coraggio di tatuarselo addosso. Rugby 1823 e I'm doping free lanciano la sfida, vediamo se nel 2009 il mondo ovale saprà raccogliere la sfida.

http://rugby1823.blogosfere.it/2009/01/ ... pagni.html

ma il tatuaggio lo possono fare anche quelli soggetti a "problemi asmatici"?

In tutta sincerità, tra i pro in quanti potrebbero portare quella scritta senza che gli cresca (anche) il naso come Pinocchio?
Direi che il doping è molto più di un'ombra, ma lo è sullo sport in generale e non solo sul rugby: la gente continua a seguire lo sport anche ben sapendo che, oltre ai pochi sfigati che si fanno beccare, sono dopati anche (quasi?) tutti gli altri.
E' piuttosto triste ma è così.

Visto che ad ogni tesseramento si deve firmare il modulo antidoping, non vedo l'utilità del tatuaggio, non ci sono dubbi che se un giocatore è in campo ha dichiarato e sottoscritto la sua avversità all'utilizzo del doping.
Se ci dovessimo tatuare tutti i simboli che riportano quello a cui siamo contrari o quello a cui aderiamo.....non basterebbe l'intera superfice del corpo...

stampa e giocatori si interessano al progetto i'm doping free:

http://rugby1823.blogosfere.it/2009/01/ ... ispos.html