Storia del campionato italiano e del super 10

La Storia del Rugby, le sue Tradizioni, le Leggende, attraverso documenti, detti, racconti, aforismi.

Moderatore: Emy77

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GRUN
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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L'altro test del 1957 si gioca il 7 dicembre all'Arena di Milano e l'Italia, con molti giocatori milanesi in campo, batte la modesta Germania per 8-0, con meta del tallonatore Navarrini e punti al piede di Barbini, estremo della Rugby Milano. Navarrini, spezzino, entra nella storia del rugby italiano perché è il primo giocatore delle Fiamme Oro Padova a vestire la maglia della nazionale, evento che sancisce a titolo definitivo la prepotente affermazione di questa realtà "altra" che è la squadra della polizia di stato.
Tra la batosta in terra di Aquitania ed il grigio successo sui tedeschi si pone la partita più interessante giocata da una rappresentativa italiana in quell'anno. Il primo maggio al Fattori de L'Aquila l'Italia XV perde solo 6-8 contro le London Counties, risultato più che onorevole, stante il valore degli inglesi.
Mentre da noi si sonnecchia, altrove si corre. La Romania invita la Francia a Bucarest per un test che si gioca il 19 maggio: viene fuori una battaglia da pellaccie dure ed i cugini si salvano a fatica, vincendo 18-15 ed evitando una sconfitta clamorosa. Ancora incacchiati per la partita in terra romena, si rifanno con gli interessi a dicembre, nella rivincita che si gioca a Bordeaux: 39-0 ed auguri di buon natale...
I Barbarians decidono di esibire le splendide maglie a righe orizzontali lontano dalle brume albioniche e vanno in tournèe per la prima volta nella loro storia. Si tratta più di una traversata ecumenica nello stermianto Canada che di un serio impegno agonistico, chiamandosi gli avversari Quebec, Columbia Britannica ed Ontario, tutti infatti suonati allegramente. Ma è pur sempre una prima volta capace di modificare scenari che sembravano destinati a non mutare.
Gli italiani preferiscono osservare il volo delle folaghe, la federazione malgascia invece è più solerte della nostra e manda la nazionale del Madagascar in tour nel sud della Francia. I giocatori africani vengono accolti con risolini di scherno, ma la loro riposta sul campo leva lo smalto dalle dentature degli spettatori di Nizza, Tolone e Tolosa... Vincono infatti le tre partite per 33-3, 12-9 ed ancora 12-9 e specie quest'ultimo successo, contro lo Stade Toulousain, suscita non poco scalpore...
MAX_AM
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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GRUN
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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Tonga si reca dai cugini samoani pre tre test che si giocano ad Apia e vedono due netti successi dei tongani (26-9 e 24-7) ed un pareggio, 9- 9, nell'ultima partita.
I figiani vanno in tour in Nuova Zelanda nell'agosto dello stesso anno, senza avere l'onore di giocare contro gli All Blacks, ma battendo nettamente in due test i New Zealand Maori per 36-13 e 17-8.
L'Australia vive uno dei periodi più oscuri dell'union, il rugby a XV e giocato da non professionisti. Il rugby league e l'Australian Rules, che a Melbourne, in Tasmania e Victoria (ma non solo) è pura religione, hanno ormai collocato sul gradino più basso del podio ovale l'espressione quindicista. A peggiorare la situazione concorrono i risultati della nazionale in quella stagione rugbistica. Si parte con due sconfitte in casa nella tarda primavera subite in test contro la Nuova Zelanda: 11-25 a Sydney e 9-22 a Brisbane. Si prosegue con il cappotto a rovescio preso in Europa, nel corso di una lunghissima tournée (incominciata a dicembre e finita a marzo!) nel vecchio continente. I wallabies perdono tutti i test giocati: di misura contro il Galles (3-9), l'Irlanda (6-9), l'Inghilterra (6-9) e Scozia (8-12). Molto pesantemente contro la Francia, 0-19; un'umiliazione, quella patita a Colombes, che apre un fronte esteso di polemiche al ritorno degli australiani in patria.
Nella ruvida e povera Italia del rugby, invece, sempre più spesso giovanotti di belle speranze prendono il treno per Padova...
GRUN
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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A Padova, è vero, da anni rugby significa Petrarca.
Ma dall'autunno del 1955 comincia a delinearsi una nuova realtà, quella delle Fiamme Oro, la sezione sportiva della polizia di stato, capace di accogliere nella propria struttura molte discipline, tra le quali atletica leggera, canottaggio, arti marziali e tante altre ancora. Una struttura che si costituisce alla metà degli anni cinquanta, favorita dalla convergenza di alcuni fattori storici ai quali sarà poi necessario fare cenno.
Il sito ufficiale delle Fiamme Oro, con un capolavoro più di liofilizzazione che di sintesi, liquida la faccenda rugby in poche righe: alcuni poliziotti appassionati fondano la squadra, la quale s'iscrive al campionato di massima serie l'anno successivo, la quale inizia a vincere scudetti, la quale fornisce giocatori alla nazionale, la quale decade alla fine degli anni sessanta, in concomitanza col mutato clima politico. Tanti saluti e buonanotte.
La faccenda è un tantino più articolata e pregna di significati interessanti da analizzare.
E' vero, nel novembre del 1955 alcuni ragazzoni del II reparto mobile si mobilitano per cercare compagni da portare al campo Arcella per iniziare gli allenamenti. In pochi giorni circa venti poliziotti vengono coinvolti e con la molta rapidità si gettano basi solide per la costituzione di un sodalizio e di una squadra coinvolte in progetto agonistico di ampio respiro. L'anno seguente, complice anche la riforma dei campionati della quale abbiamo scritto prima, la squadra ha la possibilità d'iscriversi al campionato di serie A, nel girone A.
Nel confuso rugby italiano di quei giorni, sono in pochi ad intuire le conseguenze che questa "irruzione" avrà negli anni a venire.
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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La formazione di gruppi sportivi all'interno di corpi delle forze armate italiane, come già scritto in altra sede, non è una novità degli anni successivi alla seconda guerra mondiale. Il caso della sezione sport invernali delle Fiamme Gialle, creata negli anni venti, è, in questo senso, esempio chiaro e pregno di significati e conseguenze. Ma è negli anni cinquanta che il fenomeno assume la consistenza numerica, la struttura organizzativa, la credibilità tecnica, la diffusione sul territorio nazionale, che faranno parlare anche per l'Italia di "atleti di stato", una definizione che Gianni Brera coniò per definire i rappresentanti dei paesi comunisti alle olimpiadi di Helsinky del 1952.
Il caso italiano rappresenta un unicum nella storia dello sport occidentale e a concorrere alla sua genesi ed al suo sviluppo interverranno fattori eterogenei che dovremo prendere in considerazione per comprenderne successo ed estensione temporale.
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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Lo sport italiano è stato controllato durante il ventennio mussoliniano dal partito fascista (tutta la vita sociale era controllata dal Pnf, ma allo sport si garantivano attenzioni particolari...). La fine della dittatura e la conclusione degli eventi bellici costringono il Coni ad una riorganizzazione radicale dell'universo sportivo italiano: appare però subito chiaro che si vivrà in regime di monoteismo (calcistico). Solo il ciclismo e gli sport motoristici riescono a determinare interesse e coinvolgimento quasi in egual misura, ma il sistema sarà calciocentrico; le vicende legate al Totocalcio non faranno che confermarlo.
Per le altre discipline ci si affida al volontariato o si sfruttano le poche risorse economiche che le federazioni ricevono dal Coni, per lo più tratte dalle entrate garantite dalla compilazione delle schedine. Ci sono bisogni più urgenti da soddisfare, c'è un paese da ricostruire e in fase di trasformazione socio-economica. Molte persone sono ancora interdette dalla pratica sportiva ed in molte aree geografiche mancano le più elementari strutture, gli impianti necessari. Del ruolo (o non ruolo) della scuola abbiamo già scritto: come spesso è accaduto in questa nazione, ci si arrangia.
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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"Prendendo la parola in questo consesso mondiale, sento che tutto, tranne la vostra personale cortesia, è contro di me".
Con queste parole Alcide De Gasperi, il 10 agosto 1946 a Parigi, in occasione della Conferenza di Pace, inizia la propria celebre perorazione della causa italiana di fronte ad un mondo che ci disprezza o guarda con sospetto, dopo il ventennio fascista, l'alleanza con Hitler e le vicende della seconda guerra mondiale. Da quel momento in poi molti e spesso vani, almeno per alcuni anni, risulteranno gli sforzi dei nostri uomini politici di garantire al paese credibilità agli occhi degli altri. Ma mese dopo mese questo pugile distrutto chiamato Italia, pur tra mille drammatiche contraddizioni, si rialza ed invia segni di vitalità civile e culturale (basti pensare alla grande stagione del cinema neorealista, per scegliere solo uno tra i tanti esempi enucleabili). Anche lo sport, che ha in Fausto Coppi il campione più celebre e mitopoieutico, pur tra tante limitazioni, contribuisce a rinfrescare la facciata: ai giochi olimpici di Londra del 1948, di Helsinky del 1952 e di Melbourne del 1956 l'Italia applica la legge dell'otto (peraltro già " vigore" a Berlino nel 1936): sempre otto medaglie d'oro portate a casa, con corroborante ed abbondante contorno di metalli un tantino meno pregiati, che comunque consentono sempre di piazzarsi entro le prime cinque del medagliere. Considerate le condizioni socio-economiche e l'inadeguatezza delle strutture atte all'attività di base piuttosto che a quella di vertice, un altro "gaudioso mistero".
Non è un caso che l'attestazione di una nuova fiducia che il mondo è disposto a garantirci arrivi attraverso un evento sportivo: nel 1955 il Cio assegna all'Italia l'organizzazione dei Giochi Olimpici del 1960, che si svolgeranno a Roma.
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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Il 15 giugno la delegazione italiana, con a capo il presidente "eterno" Giulio Onesti, può festeggiare a Parigi l'assegnazione, che spetta a Roma dopo l'ultimo ballottaggio con Losanna.
E' una sorta d'incruenta chiamata alle armi: da quel momento enormi energie economiche ed intellettive saranno spese al fine di organizzare nel migliore dei modi l'evento, che per l'Italia ha un significato particolare e decisivo. Al mondo si vuole dire che non siamo più quelli del saluto romano, dei rastrellamenti ferraresi, della guerra iniziata combattendo al fianco del mostro nazista. Che non siamo solo una riproposizione infinita di un passato glorioso che si proietta gigantesco su un presente sciatto e grigio. Che siamo capaci anche di pianificare e sviluppare strutture ed eventi.
A se stessi gli italiani vogliono dire che un passato recente buio e povero è ormai alle spalle, che benessere e "modernità" (un vocabolo che viene in quei giorni ripetuto con feticistica ossessività) hanno diritto di cittadinanza anche in questo paese.
Hanno davvero questo gusto dolce e disombrato, gli eventi e le vite di quei giorni?
La lettura e l'analisi di alcune cifre e di alcune pagine afferenti a quel periodo impongono conclusioni meno positive. La realtà storica è più complessa e contraddittoria.
GRUN
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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Alberto Sordi, in alcuni dei film di metà cinquanta, quelli diretti da Puccini e Rossi, quelli che contribuiscono a definire il suo personaggio, parcheggia in strade romane assolate e sgombre da auto. Passeggia con Franca Valeri o in compagnia di più avvenenti fanciulle in piazze magnifiche, non ancora trasformate in parcheggi permanenti. Anche la Roma dei suoi film con Steno e Monicelli sa più di gricia e amatriciana che di monossido di carbonio.
Nemmeno dieci anni dopo Ugo Tognazzi, nel primo episodio de "I mostri" ("L'educazione sentimentale") del grande Dino Risi, insegna al figlio l'abietto trucco del fazzoletto bianco per eludere il traffico congestionante e generatore di file estenuanti nella Roma post Olimpiadi...
Nel 1959 in Italia si producono 148.000 autoveicoli; nel 1963 si passa a 760.000.
Il reddito nazionale netto passa dai 17.000 miliardi del 1954 ai 30.000 miliardi del 1964.
Il reddito pro capite passa da 350.000 lire a 571.000 lire ed i dati acclarano che ormai il paese vive di un'economia prevalentemente industriale.
Si consumano in un anno 9 chili di carne bovina a persona nel 1955; saranno 13 nel 1960 e 20 nel 1966.
Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello nella fase aurorale della televisione diventano celebri sull'unico canale della Rai per i loro sketch bonariamente e blandamente satirici, che spesso tendono a parodiare personaggi e trasmissioni della casa madre. Ma c'è un problema: Vianello ha già in casa l'apparecchio, perché, da super appassionato di calcio, non ha voluto perdere l'appuntamento con i mondiali di calcio, che quell'anno si giocano in Svizzera (magra figura degli azzurri...). Tognazzi non ha invece la televisione ed è costretto ad imitare e deformare le icone dell'epoca istruito da Vianello, che a voce gli racconta i vezzi di Mario Soldati ed altri...
Ma l'attore cremonese è in buona compagnia: nel 1954 la tv è presente solo in 88.000 case. Nel solo 1963 si produrranno in Italia 634.000 apparecchi televisivi...
Ilgorgo
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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GRUN ha scritto:L'altro test del 1957...
Gli italiani preferiscono osservare il volo delle folaghe, la federazione malgascia invece è più solerte della nostra e manda la nazionale del Madagascar in tour nel sud della Francia. I giocatori africani vengono accolti con risolini di scherno, ma la loro riposta sul campo leva lo smalto dalle dentature degli spettatori di Nizza, Tolone e Tolosa... Vincono infatti le tre partite per 33-3, 12-9 ed ancora 12-9 e specie quest'ultimo successo, contro lo Stade Toulousain, suscita non poco scalpore...
Uno di quei giocatori del Madagascar, Raharison Stanislas, ha gravi problemi di salute dovuti al diabete: ha dovuto subire l'amputazione di entrambi i piedi ma il governo gli ha donato un aiuto d'eccezione proprio perchè considerato una vecchia gloria dello sport nazionale: http://www.laverite.mg/sport-a-madagasc ... alasy.html
GRUN
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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I dati sopra riportati (ma altri sarebbero disponibili, per esempio nell'utile "Storia del miracolo italiano" di Guido Crainz, Donzelli Editore) testimoniano in modo inequivocabile di un tumultuoso sviluppo economico, di un'Italia "impregnata di ascesi capitalistica", ma devono essere valutati anche considerando le tossine, le antinomie, i cortocircuiti che tali processi vengono a determinare. Nel paese c'è sì un più alto reddito pro-capite rispetto al recente passato, ma la distribuzione della ricchezza non è uniforme: fasce sociali ed aree geografiche anche molto estese rimangono estranee alla fase propulsiva. I fenomeni di migrazione, verso l'estero e dalle aree rurali, specie meridionali, verso le grandi capitali economiche del nord Italia, continuano a ritmo serrato, con conseguenze irreversibili per sistemi sociali, economici e culturali stratificati nei secoli precedenti. La speculazione edilizia devasta paesaggi ed arricchisce politici ed affaristi in odore di pirateria e criminalità, come un "La mani sulla città" di Francesco Rosi racconta con asciutta efficacia. Il lavoro minorile continua ad essere una piaga alla quale si cerca un'opposizione alzando alla terza media l'obbligo scolastico, fino ai primi anni sessanta arretrato alla quinta elementare. E tante altre ancora sono le espressioni di quella disomogeneità nello sviluppo che porteranno Crainz a parlare di un "paese mancato" e che si sveleranno con più chiarezza all'indomani del boom, della grande sbornia di benessere che inebrierà molti italiani tra la fine degli anni cinquanta ed i primi sessanta.
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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Difformità di sviluppo a parte, è indubbio che sui Giochi Olimpici di Roma convergono speranze ed impegni di tutte le parti civili. Lo sforzo non è solo degli apparati organizzativi, progettuali ed esecutivi (si deve sempre ricordare il ruolo di Nervi, Del Debbio, Vitellozzi), chiamati a definire o ridefinire assetti urbani e snodi funzionali o della Rai Tv, impegnata a dare, per la prima volta nella storia, estesa copertura televisiva all'evento e quindi costretta a passare dalla fase infantile a quella adulta nel giro di un lustro. L'impegno riguarda anche i quadri dirigenziali e tecnici: lo sport italiano deve rispondere adeguadamente sui campi di gara. Deve insomma, in sintesi brutale, ben figurare in tutte le discipline e portare a casa tante medaglie. Per riuscirci bisogna pianificare in modo adeguato tutti i passi di avvicinamento ai giochi e garantirsi le condizioni più adeguate per ottimizzare i patrimoni economici ed umani. Per questa ragione e proprio in quegli si viene ad enfatizzare il ruolo dei gruppi sportivi dei corpi militari, che permettono, in molte discipline, ad atleti di vertice, scoperti e formati dalle società sportive "private" che sono emanazione della base, di praticare in modo ottimale la propria attività. Con a disposizione quindi tecnici preparati e professionisti, le migliori infrastrutture ed uno stipendio garantito, oltre che un lavoro sicuro una volta dismessi gli abiti agonistici. Da condizione provvisoria questa degli atleti militari si trasformerà in status definitivo, definendosi come un unicum nella storia dello sport occidentale degli ultimi sessant'anni.
GRUN
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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Le modalità di appartenenza ai gruppi sportivi delle forze armate e di polizia non erano state e non saranno univoche. Ci sono atleti che rimangono nel corpo anche terminata l'attività agonistica; altri che restano nel corpo e nel relativo gruppo sportivo solo nel periodo della propria carriera agonistica; altri che diventano "di stato" solo nei mesi necessari ad espletare il servizio militare di leva. Tutti questi casi saranno riscontrabili anche e soprattutto nelle Fiamme Oro rugbistiche.
Le olimpiadi romane sono per l'Italia un successo globale: d'immagine, organizzativo e anche sportivo. Gli azzurri portano a casa tredici medaglie d'oro, dieci d'argento e tredici di bronzo e si piazzano terzi nel medagliere finale, un risultato mai ottenuto prima e mai più raggiunto nelle edizioni successive. Gli atleti con le stellette contribuiscono e ancora di più contribuiranno nei giochi a venire. Certo è che nel decennio che va dal 1950 al 1960 tutte le attività agonistiche che vedono protagonisti i gruppi sportivi dei vari corpi militari e di polizia conoscono un incremento di partecipazione, investimenti, coinvolgimenti e risultati sul campo. Per ogni società valgono però spinte motivazionali differenti.
ayr
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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Io non mi sono mica stancato di aspettare la prossima puntata...:-)
GRUN
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10

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Son tanto pigro...
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