
Storia del campionato italiano e del super 10
Moderatore: Emy77
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10
Io sono uno che non molla facilmente. 

Grazie al cielo l'hanno inventato a Rugby e non a Llanfairpwllgwyngyllgogerychwyrndrobwllllantysiliogogogoch!
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10
Vedo...
Mmm, dai, cercherò di frantumare ed espellere l'Oblomov che sbadiglia in me...
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10
Il sito ufficiale della Polizia di Stato, nel succinto spazio dedicato alla storia delle Fiamme Oro, informa che il 12 agosto 1954, in seguito ad una convenzione tra il ministero dell'Interno ed il C.O.N.I., nascono le Fiamme Oro. "Inizialmente la Polisportiva del Corpo delle guardie di Pubblica Sicurezza, in seguito, dopo la riforma del 1981, il Gruppo Sportivo della Polizia di Stato.
Il loro scopo era, ed è ancora oggi, quello di mantenere e promuovere, anche tra i bambini, l'attività sportiva a livello agonistico, per accrescere il patrimonio sportivo nazionale".
Queste poche righe "ufficiali" non ci dicono di una realtà più increspata e complessa.
Il loro scopo era, ed è ancora oggi, quello di mantenere e promuovere, anche tra i bambini, l'attività sportiva a livello agonistico, per accrescere il patrimonio sportivo nazionale".
Queste poche righe "ufficiali" non ci dicono di una realtà più increspata e complessa.
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10
Ad interagire con le nobili motivazioni sopra enucleate intervengono altre componenti.
L'immagine del corpo di polizia è, in quel momento storico, alquanto offuscata. Comandato dal 1926 al 1940 da Arturo Bocchini, si lega fortemente al governo fascista e si distingue per il particolare zelo dimostrato nel reprimere tutte le forme di dissenso: Bocchini nel 1930 fonda l'OVRA, organizzazione di vigilanza per la repressione dell'antifascismo, ed è responsabile di molti arresti, tra i quali quello di Antonio Gramsci.
Avvertito da larghi strati della popolazione come organico al partito fascista, non trae benefici d'immagine ed ampliamento di consenso, dopo l'otto settembre 1943, dalla caduta del fascismo: Badoglio non si pone molti scrupoli nell'indicare la via della repressione violenta delle manifestazioni di piazza come quella da percorrere. Le conseguenze sono spesso tragiche e la popolarità del corpo ne risulta inevitabilmente compromessa.
Anche l'infuocato clima politico del dopoguerra non induce a più miti consigli ministri degli interni, prefetti, ufficiali e militi del corpo: il ministro Giusppe Romita fonda la "Celere" e la munisce dei famigerati manganelli di legno. Se ne farà uso ed abuso in occasione di comizi, scioperi ed altre occasioni. Inutile dire che questa propensione manganellatoria non aiuterà la polizia ad entrare nel cuore di molti italiani...
L'immagine del corpo di polizia è, in quel momento storico, alquanto offuscata. Comandato dal 1926 al 1940 da Arturo Bocchini, si lega fortemente al governo fascista e si distingue per il particolare zelo dimostrato nel reprimere tutte le forme di dissenso: Bocchini nel 1930 fonda l'OVRA, organizzazione di vigilanza per la repressione dell'antifascismo, ed è responsabile di molti arresti, tra i quali quello di Antonio Gramsci.
Avvertito da larghi strati della popolazione come organico al partito fascista, non trae benefici d'immagine ed ampliamento di consenso, dopo l'otto settembre 1943, dalla caduta del fascismo: Badoglio non si pone molti scrupoli nell'indicare la via della repressione violenta delle manifestazioni di piazza come quella da percorrere. Le conseguenze sono spesso tragiche e la popolarità del corpo ne risulta inevitabilmente compromessa.
Anche l'infuocato clima politico del dopoguerra non induce a più miti consigli ministri degli interni, prefetti, ufficiali e militi del corpo: il ministro Giusppe Romita fonda la "Celere" e la munisce dei famigerati manganelli di legno. Se ne farà uso ed abuso in occasione di comizi, scioperi ed altre occasioni. Inutile dire che questa propensione manganellatoria non aiuterà la polizia ad entrare nel cuore di molti italiani...
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10
Ottenere moderati consensi e ridefinire un'identità che molti cittadini connettono a soprusi, intimidazioni e ad un uso indiscriminato della forza che spesso si è tramutato in violenza, diventano urgenze inderogabili. La creazione di un gruppo sportivo capace di veicolarsi a valori comuni e condivisi ed in grado di attirare attenzioni di stampa ed opinione pubblica per ragioni non connesse agli assetti anti-sommossa può contribuire al raggiungimento di questi obbiettivi. La ricostruzione dell'immagine passa attraverso lo sport.
A stimolare questo desiderio interviene anche lo spirito di competizione con gli altri corpi militari, che si sono dotati o si stanno dotando di gruppi sportivi. L'incremento di benessere, le nuove possibilità di gestione del tempo libero, le differenti aspettative rispetto ad un passato anche recente, tutti questi elementi consentono a larghi strati della popolazione di tornare a considerare o di considerare per la prima volta la pratica dello sport come funzionale al proprio benessere e come necessaria per il proprio sviluppo.
Si ampliano e sedimentano le strutture e le attività di base e ne traggono beneficio anche le espressioni di vertice.
Il caso delle Fiamme Oro Rugby è in questo senso paradigmatico.
A stimolare questo desiderio interviene anche lo spirito di competizione con gli altri corpi militari, che si sono dotati o si stanno dotando di gruppi sportivi. L'incremento di benessere, le nuove possibilità di gestione del tempo libero, le differenti aspettative rispetto ad un passato anche recente, tutti questi elementi consentono a larghi strati della popolazione di tornare a considerare o di considerare per la prima volta la pratica dello sport come funzionale al proprio benessere e come necessaria per il proprio sviluppo.
Si ampliano e sedimentano le strutture e le attività di base e ne traggono beneficio anche le espressioni di vertice.
Il caso delle Fiamme Oro Rugby è in questo senso paradigmatico.
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10
è la prima volta che scrivo, e voglio farlo qui. dopo almeno due anni di letture.
Grun è un grande narratore e quello che racconta non è solo storia del rugby ma un pezzo dell'italia che fù.
per questo voglio ringraziarlo e chiedergli se adesso che ha reiniziato continuerà...
Grun è un grande narratore e quello che racconta non è solo storia del rugby ma un pezzo dell'italia che fù.
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10
Caro Pepe,
peccato che ti sia giocato la carta del primo messaggio per una causa persa come quella della "storia del campionato ecc.ecc.". Meritavi ben altro...
Il tuo commento impone il mio ringraziamento, la tua tenacia nella lettura di pagine così trascurabili provoca il mio stupore.
Ma se sono certo della tua cortesia e della tua gentilezza, meno sicuro sono della tua credibilità nelle vesti di critico letterario: se io passo come un grande narratore, mio zio Giorgio è il re del rock'n'roll. E mio zio Giorgio, personaggio dal sostanzioso involontario potenziale comico, non è pronto a prendere il posto che fu di Elvis the pelvis, te lo assicuro...
Comunque grazie ancora.
peccato che ti sia giocato la carta del primo messaggio per una causa persa come quella della "storia del campionato ecc.ecc.". Meritavi ben altro...
Il tuo commento impone il mio ringraziamento, la tua tenacia nella lettura di pagine così trascurabili provoca il mio stupore.
Ma se sono certo della tua cortesia e della tua gentilezza, meno sicuro sono della tua credibilità nelle vesti di critico letterario: se io passo come un grande narratore, mio zio Giorgio è il re del rock'n'roll. E mio zio Giorgio, personaggio dal sostanzioso involontario potenziale comico, non è pronto a prendere il posto che fu di Elvis the pelvis, te lo assicuro...
Comunque grazie ancora.
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10
Non è piaggeria, mi piace come scrivi, e per un neofita come me del rugby la storia è importante...
comunque elvis non era il più grande, chuck berry e bo diddley!
comunque torni a scrivere o no? siamo fermi agli anni 50...
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10
Ma sì, dai, sono d'accordo. Elvis fu incoronato re, ma Chuck era il migliore della combriccola. Un tagliagole capace di raccontare una storia in tre minuti, di condensare ritmo, melodia ed energia nello spazio di una canzone. Lui sì che era un grande narratore... E poi più ironico, meno tronfio di Presley.
Diddley è un totem, ma lua densità espressiva era un pò monocorde, almeno per me. Scuro, grumoso, con quel beat ossessivo, ma da prendere in dosi omeopatiche.
A me piace sempre Buddy Holly e chissà dove sarebbero arrivati lui e Gene Vincent se non ci fosse stato quell'incidente.
Però, considerando l'evoluzione della specie, ti devo confessare un amore totale per i
Creedence: Fogerty è un genio, cosa avrei dato per scrivere una canzone come "Fortunate son"...
E già che ci sono ti dico che ogni settimana mi sparo giù una robusta dose di Blasters e Phil Alvin...
Sì, qualcosina la scriverò ancora, forse già oggi.
Diddley è un totem, ma lua densità espressiva era un pò monocorde, almeno per me. Scuro, grumoso, con quel beat ossessivo, ma da prendere in dosi omeopatiche.
A me piace sempre Buddy Holly e chissà dove sarebbero arrivati lui e Gene Vincent se non ci fosse stato quell'incidente.
Però, considerando l'evoluzione della specie, ti devo confessare un amore totale per i
Creedence: Fogerty è un genio, cosa avrei dato per scrivere una canzone come "Fortunate son"...
E già che ci sono ti dico che ogni settimana mi sparo giù una robusta dose di Blasters e Phil Alvin...
Sì, qualcosina la scriverò ancora, forse già oggi.
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10
grun la tua conoscenza della musica mi stupisce, passi per buddy holly e gene vincent, ma i blasters e phil alvin come diavolo li conosci, è quasi roba esoterica,e se mi posso permettere l'accostamento ardito ascolta anche il rockabilly e lo psycobilly (stray cats, meteors, guana batz ecc..) e la scena punk californiana (x, alley cats in particolare).
Rimettiti a scrivere. grazie.
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10
Gli Stray Cats avevano un tiro micidiale ed erano divertenti, i Guana Batz psicotici assai (ma non disturbati come i Cramps...), gli X semplicemente la mia band californiana preferita, anzi, la mia band americana preferita degli eighties, insieme a Feelies (a proposito: è uscito il loro nuovo disco) e Camper Van Beethoven. E ti dirò, mi piacciono pure i dischi di John Doe, che non hanno un'oncia della carica esplosiva degli album degli X, ma che sono comuque onesto, buon cantautorato del nuovo millennio.
Chiudo questa parentesi rocknrollica (prima che gli amministratori ed il signor Billingham ci mettano in guardina) dandoti questa chicca: il mio gruppo italiano preferito di area più o meno billy erano i Boppin' Kids, catanesi, che vidi dal vivo a Genova al parco dell'Acquasola. Avevano una sezione ritmica fenomenale ed il batterista era di livello stratosferico.
Tornando al rugby, ti giuro che, cataclismi non volendo, oggi scrivo qualcosa...
Chiudo questa parentesi rocknrollica (prima che gli amministratori ed il signor Billingham ci mettano in guardina) dandoti questa chicca: il mio gruppo italiano preferito di area più o meno billy erano i Boppin' Kids, catanesi, che vidi dal vivo a Genova al parco dell'Acquasola. Avevano una sezione ritmica fenomenale ed il batterista era di livello stratosferico.
Tornando al rugby, ti giuro che, cataclismi non volendo, oggi scrivo qualcosa...
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10
Il dieci settembre 1960 si disput a Roma la più suggestiva, scenografica e spettacolare maratona della storia delle Olimpiadi, con partenza al tramonto e tratto finale, illuminato dalle fiaccole, da correre sul selciato della via Appia, col traguardo posto sotto l'arco di Costantino.
Tra gli atleti italiani c'è Silvio De Florentis, che nel quartiere di Genova Quinto, dove vive ed è una leggenda, tutti chiamano Sisso. Sisso è emozionato, sotto pressione (poco dopo la partenza non controllerà la vescica, con effetti immaginabili...). Si narra, si narra ancora oggi che durante il riscaldamento, per stemperare la tensione, si avvicini al gruppo di amici sceso a sostenerlo e pronunci una frase che gli costerà tremende e decennali prese per il culo nei bar del quartiere. Tradotta dal genovese, suona così: -C'è un belinone che vuole correre a piedi nudi. Uno di meno!
Il belinone in questione è Abebe Bikila, che con una corsa soffice ed armoniosa trionfa e riscatta generazioni di maratoneti trasfigurati dalla fatica ed alienati dalla sofferenza. E' il primo re degli altipiani, il primo di una stirpe destinata a dominare il fondo ed il mezzofondo nei decenni successivi.
Al Palaeur, nei giorni precedenti il pubblico ammira Benvenuti, ma rimane sbalordito da un giovane mediomassimo, che, agile e veloce come un peso piuma e potente come un massimo, danza un pugilato mai visto fino ad allora. Si chiama Cassius Clay e segnerà la storia dello sport dei seguenti vent'anni.
Il tre settembre un giovane torinese, occhialuto e pallido, stabilisce in semifinale il record del mondo dei 200 m., un 20.5 manuale che in realtà è un 20.62 elettrico. Poche ore dopo questo ragazzo dall'aria vagamente ed ingannevolmente nerd, parte bene e decontratto, ma compie il suo capolavoro nella curva, che dipinge con leggerezza ed armonia. Persino le palombe bianche che dal giorno dell'inaugurazione non si sono più mosse dallo stadio Olimpico, maestosa nuova loro dimora, rimangono incantate e volano con lui verso il rettilineo. Il giovane italiano non s'irrigidisce, rimane in spinta decontratta fino al filo di lana, prende l'oro ed eguaglia il primato del mondo stabilito in semifinale. Il nome di questo ragazzo è Silvio Berruti ed è certo baciato dal talento, ma per arrivare a quel pomeriggio, ha lavorato duro in allenamento, negli anni precedenti. Dove? Sulla pista in terra battuta del cetro sportivo delle Fiamme Oro, presso la caserma Pietro Ilardi di Padova. Condivide la camerata con altri nazionali di atletica leggera e con i rugbisti.
Tra gli atleti italiani c'è Silvio De Florentis, che nel quartiere di Genova Quinto, dove vive ed è una leggenda, tutti chiamano Sisso. Sisso è emozionato, sotto pressione (poco dopo la partenza non controllerà la vescica, con effetti immaginabili...). Si narra, si narra ancora oggi che durante il riscaldamento, per stemperare la tensione, si avvicini al gruppo di amici sceso a sostenerlo e pronunci una frase che gli costerà tremende e decennali prese per il culo nei bar del quartiere. Tradotta dal genovese, suona così: -C'è un belinone che vuole correre a piedi nudi. Uno di meno!
Il belinone in questione è Abebe Bikila, che con una corsa soffice ed armoniosa trionfa e riscatta generazioni di maratoneti trasfigurati dalla fatica ed alienati dalla sofferenza. E' il primo re degli altipiani, il primo di una stirpe destinata a dominare il fondo ed il mezzofondo nei decenni successivi.
Al Palaeur, nei giorni precedenti il pubblico ammira Benvenuti, ma rimane sbalordito da un giovane mediomassimo, che, agile e veloce come un peso piuma e potente come un massimo, danza un pugilato mai visto fino ad allora. Si chiama Cassius Clay e segnerà la storia dello sport dei seguenti vent'anni.
Il tre settembre un giovane torinese, occhialuto e pallido, stabilisce in semifinale il record del mondo dei 200 m., un 20.5 manuale che in realtà è un 20.62 elettrico. Poche ore dopo questo ragazzo dall'aria vagamente ed ingannevolmente nerd, parte bene e decontratto, ma compie il suo capolavoro nella curva, che dipinge con leggerezza ed armonia. Persino le palombe bianche che dal giorno dell'inaugurazione non si sono più mosse dallo stadio Olimpico, maestosa nuova loro dimora, rimangono incantate e volano con lui verso il rettilineo. Il giovane italiano non s'irrigidisce, rimane in spinta decontratta fino al filo di lana, prende l'oro ed eguaglia il primato del mondo stabilito in semifinale. Il nome di questo ragazzo è Silvio Berruti ed è certo baciato dal talento, ma per arrivare a quel pomeriggio, ha lavorato duro in allenamento, negli anni precedenti. Dove? Sulla pista in terra battuta del cetro sportivo delle Fiamme Oro, presso la caserma Pietro Ilardi di Padova. Condivide la camerata con altri nazionali di atletica leggera e con i rugbisti.
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10
GRUN ha scritto:Il dieci settembre 1960 si disputa a Roma la più suggestiva, scenografica e spettacolare maratona della storia delle Olimpiadi, con partenza al tramonto e tratto finale, illuminato dalle fiaccole, da correre sul selciato della via Appia, col traguardo posto sotto l'arco di Costantino.
Tra gli atleti italiani c'è Silvio De Florentis, che nel quartiere di Genova Quinto, dove vive ed è una leggenda, tutti chiamano Sisso. Sisso è emozionato, sotto pressione (poco dopo la partenza non controllerà la vescica, con effetti immaginabili...). Si narra, si narra ancora oggi che durante il riscaldamento, per stemperare la tensione, si avvicini al gruppo di amici sceso a sostenerlo e pronunci una frase che gli costerà tremende e decennali prese per il c*** nei bar del quartiere. Tradotta dal genovese, suona così: -C'è un belinone che vuole correre a piedi nudi. Uno di meno!
Il belinone in questione è Abebe Bikila, che con una corsa soffice ed armoniosa trionfa e riscatta generazioni di maratoneti trasfigurati dalla fatica ed alienati dalla sofferenza. E' il primo re degli altipiani, il primo di una stirpe destinata a dominare il fondo ed il mezzofondo nei decenni successivi.
Al Palaeur, nei giorni precedenti il pubblico ammira Benvenuti, ma rimane sbalordito da un giovane mediomassimo, che, agile e veloce come un peso piuma e potente come un massimo, danza un pugilato mai visto fino ad allora. Si chiama Cassius Clay e segnerà la storia dello sport dei seguenti vent'anni.
Il tre settembre un giovane torinese, occhialuto e pallido, stabilisce in semifinale il record del mondo dei 200 m., un 20.5 manuale che in realtà è un 20.62 elettrico. Poche ore dopo questo ragazzo dall'aria vagamente ed ingannevolmente nerd, parte bene e decontratto, ma compie il suo capolavoro nella curva, che dipinge con leggerezza ed armonia. Persino le palombe bianche che dal giorno dell'inaugurazione non si sono più mosse dallo stadio Olimpico, maestosa nuova loro dimora, rimangono incantate e volano con lui verso il rettilineo. Il giovane italiano non s'irrigidisce, rimane in spinta decontratta fino al filo di lana, prende l'oro ed eguaglia il primato del mondo stabilito in semifinale. Il nome di questo ragazzo è Silvio Berruti ed è certo baciato dal talento, ma per arrivare a quel pomeriggio, ha lavorato duro in allenamento, negli anni precedenti. Dove? Sulla pista in terra battuta del centro sportivo delle Fiamme Oro, presso la caserma Pietro Ilardi di Padova. Condivide la camerata con altri nazionali di atletica leggera e con i rugbisti.
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10
bella la storia del tuo concittadino....
ma che fai ti quoti da solo?
ma che fai ti quoti da solo?
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Re: Storia del campionato italiano e del super 10
Eh sì, sono ridotto a questo...
Ego ipertrofico o senso di solitudine? Mah... Noooo, purtroppo, come dice sempre il mio amico Antonio Rapposelli, sono un troglodita telematico e combino spesso casini demenziali.
Tornando a Sisso De Florentis, topiche a parte, era un signor fondista, campione italiano sui 20 km. e con un primato personale sulla maratona di 2h17' e giù di lì, un tempo che ancora oggi gli consentirebbe dignitosissima figura ai campionati italiani.
In quegli anni a Genova c'erano atleti formidabili e tutti avevano in qualche modo a che fare con lo stadio Carlini, il tempio scrostato e decadente del rugby zeneise e dell'atletica di quegli anni. C'erano sere in cui potevi vedere allenarsi Marco Bollesan e compagni e contemporaneamente Abdon Pamich, fiumano di nascita e genovese d'adozione, inanellare sulla pista in terra battuta milioni di giri. Per chi non lo sapesse Pamich fu campione olimpico dei 50 km. di marcia a Tokio ed anche campione europeo.
Poi De Florentis, ma anche Bruno Arcari, con Loi e Benvenuti il più forte pugile italiano di tutti i tempi (non me ne voglia quello strepitoso personaggio che risponde al nome di Sandro Mazzinghi), che però usufruiva della pista prevalentemente di notte, con l'amichevole complicità del custode. Abituato ad una disciplina monacale, Arcari raramente si concedeva strappi alle regole e quando lo faceva, in occasione magari di qualche cena in pizzeria con amici o familiari, veniva colto da insopprimibili sensi di colpa. Non riusciva ad attendere il mattino seguente per andare a smaltire i presunti grammi in eccesso accumulati e così si recava allo stadio, dove, a fari spenti ed in magnifica solitudine, girava e girava, fino alla sfinimento...
Ego ipertrofico o senso di solitudine? Mah... Noooo, purtroppo, come dice sempre il mio amico Antonio Rapposelli, sono un troglodita telematico e combino spesso casini demenziali.
Tornando a Sisso De Florentis, topiche a parte, era un signor fondista, campione italiano sui 20 km. e con un primato personale sulla maratona di 2h17' e giù di lì, un tempo che ancora oggi gli consentirebbe dignitosissima figura ai campionati italiani.
In quegli anni a Genova c'erano atleti formidabili e tutti avevano in qualche modo a che fare con lo stadio Carlini, il tempio scrostato e decadente del rugby zeneise e dell'atletica di quegli anni. C'erano sere in cui potevi vedere allenarsi Marco Bollesan e compagni e contemporaneamente Abdon Pamich, fiumano di nascita e genovese d'adozione, inanellare sulla pista in terra battuta milioni di giri. Per chi non lo sapesse Pamich fu campione olimpico dei 50 km. di marcia a Tokio ed anche campione europeo.
Poi De Florentis, ma anche Bruno Arcari, con Loi e Benvenuti il più forte pugile italiano di tutti i tempi (non me ne voglia quello strepitoso personaggio che risponde al nome di Sandro Mazzinghi), che però usufruiva della pista prevalentemente di notte, con l'amichevole complicità del custode. Abituato ad una disciplina monacale, Arcari raramente si concedeva strappi alle regole e quando lo faceva, in occasione magari di qualche cena in pizzeria con amici o familiari, veniva colto da insopprimibili sensi di colpa. Non riusciva ad attendere il mattino seguente per andare a smaltire i presunti grammi in eccesso accumulati e così si recava allo stadio, dove, a fari spenti ed in magnifica solitudine, girava e girava, fino alla sfinimento...