Scuola, Sport, rugby...

Tutto ciò che è inerente al Rugby, ma non rientra nelle altre categorie.

Moderatore: Emy77

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Willimoski
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Messaggio da Willimoski »

Tanu ha scritto:
pam ha scritto: Non tutti, Tanu, fidati, non tutti...
pam
lo so Pam, ma sono la maggioranza. E' inutile arrabbiarsi se TPS dice che la maggioranza dei quarantenni Italiani sono bamboccioni: è vero!
Io ho 40 anni e almeno la metà dei miei compagni di scuola vive ancora in casa, ha lavori ben retribuiti che gli consentirebbero di vivere da soli ma è chiaro che l'albergo/casa è più comodo...
Sono andato a vivere a Londra a 23 anni, mi sono sposato a 25 e sono diventato padre a 26: la maggior parte dei miei amici continua ancora oggi a credermi un pazzo!!!!

Ti invidio.

Ma per eseprienza personale è più
facile andare aviviere all'estero che da doli in Italia.-

A 1000 euro al mese o non hai i soldi per pagarti l'affitto e neppure per farti il mutuo....
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Tanu
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Messaggio da Tanu »

Willimoski ha scritto:
Tanu ha scritto:
pam ha scritto: Non tutti, Tanu, fidati, non tutti...
pam
lo so Pam, ma sono la maggioranza. E' inutile arrabbiarsi se TPS dice che la maggioranza dei quarantenni Italiani sono bamboccioni: è vero!
Io ho 40 anni e almeno la metà dei miei compagni di scuola vive ancora in casa, ha lavori ben retribuiti che gli consentirebbero di vivere da soli ma è chiaro che l'albergo/casa è più comodo...
Sono andato a vivere a Londra a 23 anni, mi sono sposato a 25 e sono diventato padre a 26: la maggior parte dei miei amici continua ancora oggi a credermi un pazzo!!!!

Ti invidio.

Ma per eseprienza personale è più
facile andare aviviere all'estero che da doli in Italia.-

A 1000 euro al mese o non hai i soldi per pagarti l'affitto e neppure per farti il mutuo....
Will il mio primo stipendio era di 75 Sterline la settimana, con gli straordinari arrivavo a 100/110; vivevo con altre 3 persone, però piano piano ho costruito....
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Borghese
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Messaggio da Borghese »

luqa ha scritto:Tanu e Borghese

Stavolta sono un po' perplesso davanti all'opinione sul modello educativo italiano.

Perché il rischio di un certo "preparare alla professione" è avere davanti degli ignoranti negli altri aspetti.

E mipiacerebbe megli comprendere il "maggiore preparazione alla vita" che attribuite ad altri sistemi.

E perché se c'è una cosa che molti vecchi laureati del mondo di ignegneria ben dento il lavoro , è proprio quella cultura di base a carattere matematico-scientifico che ai triennali di oggi non viene più impartita.

Dobbiamo un po'metterci d'accordo noi italiani sulla nostra scuola.

E in quanto alle aziende, avreimolto da chiedere su quanto loro capiscano delle necessità formative del cittadino: perché nellamia azienda gli operai sifanno, in 5 anni e più. Non si pretende di averli già formati , pronti per l'uso e per la discarica quando non serve più.
Posso parlare ovviamente solo per quello che ho vissuto sulla mia pelle...

1) Liceo

Storia:
a) il Novecento nella sua interezza studiato in un solo anno, ovviamente saltando gran parte degli eventi "fondamentali" quali conflitti medio-orientali, post colonialismo, regimi dittatoriali vari, ecc...
b) mancanza di un'analisi critica della storia in generale, ma tutto bello e impacchettato

Geografia economico-politica: assente

Lingua straniera - Inglese: nessun applicazione pratica ma solo "pseudoletteratura": sapevamo tutto di Shakespeare, Coleridge, ma non sapevamo scambiare due parole in inglese

Informatica: assente

Educazione fisica: chi vuole fare una partita di pallavolo bene, gli altri facciano quello che vogliono

...

2) Università:
2 anni di tempo passati a studiare analisi matematica, fisica, chimica, robotica, teoria dei segnali ed esco dall'università senza aver studiato architetture dei calcolatori, JAVA, tecnologie web, database, tecnologie mobile, in quanto non previste dal programma (sto parlando di ingegneria informatica).
Capisco che una base di conoscenza in tutti gli ambiti si deve avere, ma quando ci presentiamo alle aziende con quali titoli o conoscenze ci presentiamo?? con assembler? con le trasformate di Fourier?

scusate la brevità ma purtroppo ho poco tempo, magari approfondisco piu tardi
Borghese
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Messaggio da Borghese »

ah dimenticavo: nessuna collaborazione con le aziende, nessuna azienda convenzionata per poter svolgere tirocini
luqa
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Messaggio da luqa »

Vado in ordine, alla mia maniera.

Tanu.

Quello a cui tu fai riferimento è qualcosa che esula dai programmi di studio.
Non è cosa si studia, ma come si vivono gli anni di studio.

Può essere un metodo interessante, ma personalmente preferisco che almeno sino al diploma gli studenti possano studairi evicino casa.

E che l'Università possano farla dove vogliono , anche vicino casa.

Il fatto di essere "mammoni" cosa che in realtà si contesta all'estero solo ai maschi italiani, e spesso anche per una piccola rivalsa su un altro luogo comune sull'italiano e le donne. E assieme all'altro luogo comune sull'italiano maschilista che non fa niente in casa.
Ma il problema è che "qualcuno" non impone ai propri figli di pensare alla propria camera, di saper cucinare, di saper stirare ecc. ecc.
E questo qualcuno NON è la scuola italiana.

Tu sei andato fuori di casa a 23 anni. Bene.
Io l'ho fatto a 36, quando mi sono sposato.
E mia moglie talvolta mi critica per questo, specie quando sonomeno bravo di lei nei lavori di casa. Ma perché me ne sono uscito a 36?
Perché a 22 già lavoravo a tempo indeterminato in un laboratorio di ricerca, e mi sembrava il caso di non buttare via il posto per andare fuori (ed Erasmus mi sarebbe piaciuto, ma non potevo prendere un anno sabbatico perché quei soldi mi servivano); perché la casa dove avrei dovuto trasferirmi nel 1993 (a 26 anni) l'ho potuto abitare , per motivi legali , solo nel 2006 (30 mesi dopo essermi sposato), perché dalle mie parti le case costano un'ira di dio, e non mi andava di farmi spennare con affitti che costano quanto mutui, in modo da risparmiare e pagare i lavori nella attuale casa e in quella vecchia.

E come me lo stesso è capitato a molti altri. Non è come crede TPS che lo si è fatto per potersi permettere auto nuova, vacanze esotiche, cellulare e vestiti griffati: ho ancora una Punto del '96, non uso abiti firmati, il cellulare è un riciclato ed in vacanza da venti anni ci vado al risparmio, e qualche anno non ci sono andato.

Per cominciare a risolvere il problema dei maschiitaliani "mammoni", cominciamo a convincere le mamme a far lavare, stirare, cucinare, pulire casa e pagare le bollette anche ai maschi: come fossero inquilini. E' già un punto di inizio. Vedrai che saranno in molti ad emanciparsi quando potranno. Se non lo faranno , sarà perché non possono davvero.

Pam

Per la verità non sono sicuro che si possa definire la scuola italiana una scuola di contenuti e non di metodo. Perché allora dovrebbe decadere per principio il vulnus della supremazia culturale dei liceali che si ha anche a Ingegneria.
Nella quale, rispondo anche a Borghese, era proprio il "metodo" che veniva ad essere ricercato: non sapere le cose, ma sapere come imparare certe cose.
Ed era questo il motivo per il quale il laureato in ingegneria italiano era ben visto anche all'estero: molto preparato a livello scientifico, rapido nell'adattarsi, poca esperienza sul campo, ma pronto ad imparare.

Adesso sulla triennale, i "vecchi " dicono che si fa poca preparazione di base.
Io, che difendo l'esistenza della treinnale che per me era indispensabile già quando ne discutevamo nel '90 (sono un ex-panterino), penso che i mali peggiori, nel settore ingegneristico siano stati la pletora di titoli creati, eleimnando di fatto la possibilità di crearsi un vero curriculum personale, e l'essersi imposti critetri di "standrad di produzione": <dobbiamo sfornare X ingegneri, con X =300% di dieci anni prima>, non dobbiamo sfornare più ingegneri, accettando che la preparazione media sia inferiore ma conservando le punte di eccellenza.

Tra parentesi , io sono perito informatico (anno '86): alle superiori non abbiamo fatto tutto il software possibile, ma abbiamo appreso un modo di fare programamzione o di studiare i sistemi che ci permetteva , in media, di apprendere rapidamente i nuovi software.
vero che un po' di pratica inpiù non farebbe mai male, ma allora decidiamoci tra ingegnere junior e perito senior, che la stessa cosa non si può essere.

Imprese? Adesso ce ne sono anche troppe.
Resta da vedere se ti insegnano o ti spremono. Va chiesto a chi fa tirocinio con loro.
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bakunin
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Messaggio da bakunin »

Tanu ha scritto:Continuiamo l'OT, poi con Cicca ci parlo io...
Non fraintendetemi, non sto bocciando la Scuola Italiana in toto; personalmente sono stato fortunato, ho trovato sulla mia strada grandi maestri, da quella delle elementari al prof di Matematica delle medie che mi trasmise la passione per i numeri e la logica; alla prof di Italiano delle superiori che mi ha insegnato la grammatica e i congiuntivi. Per non parlare degli anni in Bocconi in cui ho studiato economia con Mario Monti e finanza col povero Demattè, tecnica bancaria con Ruozi e sociologia con Dalla Chiesa; in generale, però, vedo che ancora oggi si associa l'idea di buona scuola con scuola masochista. Mio figlio è in terza media e quasi tutti i giorni deve studiare fino alle 10/11 di sera; e non vede l'ora di sgambettare un paio d'ore giù al campo per ritrovare un pò d'equilibrio psichico.
Il mio dubbio è che creiamo una generazione di stressati, mammoni ed insicuri quindi da qualche parte qualcosa non funziona. Non ho la bacchetta magica, ma forse la verità sta nel mezzo tra il ns sistema e quello dei paesi nordici.
Sempre OT
L'università italiana dava molto contenuti ora è più allineata ad altri paesi europei;
La vera differenza di crescita si assiste nel triennio (o quadriennio dipende) del dottorato. In questo periodo all'estero veramente maturi, prendi dei bei soldini e hai molto spesso grandi responsabilità nel lavoro che ti è stato affidato. Ti autogestisci...
In italia, nella maggior parte dei casi, continui quello che facevi prima, becchi nada (845 euri o giù di lì) e rimani in pratica un eterno laureando.
Da notare che all'estero spesso lo cominci a 23 anni, in Italia se ti va bene a 25-26
Fine OT
B@K
pam
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Messaggio da pam »

luqa ha scritto:Vado in ordine, alla mia maniera.

Tanu.
.........................

Pam

Per la verità non sono sicuro che si possa definire la scuola italiana una scuola di contenuti e non di metodo. Perché allora dovrebbe decadere per principio il vulnus della supremazia culturale dei liceali che si ha anche a Ingegneria.
Nella quale, rispondo anche a Borghese, era proprio il "metodo" che veniva ad essere ricercato: non sapere le cose, ma sapere come imparare certe cose.
Ed era questo il motivo per il quale il laureato in ingegneria italiano era ben visto anche all'estero: molto preparato a livello scientifico, rapido nell'adattarsi, poca esperienza sul campo, ma pronto ad imparare.

Adesso sulla triennale, i "vecchi " dicono che si fa poca preparazione di base.
Io, che difendo l'esistenza della treinnale che per me era indispensabile già quando ne discutevamo nel '90 (sono un ex-panterino), penso che i mali peggiori, nel settore ingegneristico siano stati la pletora di titoli creati, eleimnando di fatto la possibilità di crearsi un vero curriculum personale, e l'essersi imposti critetri di "standrad di produzione": <dobbiamo sfornare X ingegneri, con X =300% di dieci anni prima>, non dobbiamo sfornare più ingegneri, accettando che la preparazione media sia inferiore ma conservando le punte di eccellenza.

Tra parentesi , io sono perito informatico (anno '86): alle superiori non abbiamo fatto tutto il software possibile, ma abbiamo appreso un modo di fare programamzione o di studiare i sistemi che ci permetteva , in media, di apprendere rapidamente i nuovi software.
vero che un po' di pratica inpiù non farebbe mai male, ma allora decidiamoci tra ingegnere junior e perito senior, che la stessa cosa non si può essere.

Imprese? Adesso ce ne sono anche troppe.
Resta da vedere se ti insegnano o ti spremono. Va chiesto a chi fa tirocinio con loro.

Scusa Luqa, ma credo stiamo dicendo la stessa cosa. Il fatto che la ns scuola sia di contenuti, vuol dire che le direttive ministeriali sono sul programma da svolgere (anche se sempre meno direttive), e non sul come, cioè sul metodo. Poi, nessuno vieta a degli insegnanti coscienziosi e preparati (quei pochi che sentono ancora il loro lavoro come una missione) di dare molto di più: oltre ad un buon contenuto anche un metodo di apprendimento e di indagine.
Prova ne è che Tu hai trovato liceali, in teoria più preparati, ma di fatto più scarsi. Questi, purtroppo per loro, avevano ricevuto scarsi contenuti e probabilmente nessun metodo.
Circa le esperienze persoanli, credo che ognuno di noi rappresenti un mondo a sé con i suoi lati affascianti e difficili. Data la lunghezza, ahimé, della mia vita passata, Vi risparmio i miei travagli, traguardi, sconfitte, soddisfazioni, ecc... Siatemene grati! :lol:
Sula collaborazione scuola-azienda, c'è poco da scandalizzarsi, uno specializzando o un "formando", chiamiamolo come si vuole, DEVE essere necessariamente "spremuto", inteso com eimpiegato al meglio per poter trarre dal suo lavoro il maggior valore aggiunto. Solo così l'azienda può permettersi il "lusso" di farlo entrare e lui può mettersi in luce. Poi se l'imprenditore non riesce ad apprezzare la persona che si è dimostrata valida e ad offrirle una prosecuzione di rapporto, vuol dire che non è un bravo imprenditore. Lo "spremuto" sarà deluso, ma sono certo che avrà imparato comunque e potrà giocare le sue carte su altri tavoli. Ma quanti hanno voglia di cambiare di tavolo?
pam
RADICITUS NUX VICTORIA CONSTANTER.
luqa
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Iscritto il: 26 lug 2006, 12:54

Messaggio da luqa »

Potresti dividere la discussione e spostare la parte OT in un'altra sezione.

Continuare potrebbe essere interessante.
metabolik
Messaggi: 9786
Iscritto il: 27 mar 2003, 0:00
Località: Piacenza

Messaggio da metabolik »

è una discussione interessante , c'è molta correlazione fra modello / impegno scolastico e disponibilità allo sport. E' vero che siamo meno propensi al sacrificio, ma è anche vero che ne facciamo già tanti.
La scuola non da alcun supporto reale alla pratica sportiva , anche perchè sarebbe insostenibile economicamente.
La nostra scorta di sacrificio è spesso consumata nel traffico, anche in una piccola città il campo di rugby più vicino può richiedere 1 h di viaggio.
Quando giocavo io, c'era lo stadio praticamente in centro, il campo di allenamento nel centro storico, con 5 minuti di bici eri in campagna per fare footing senza respirare micropolveri.
E' difficile vivere in un paese che ha la massima densità automobilistica mondiale.
La disponibilità di impianti sportivi , e della facilità di accesso spiega la fortuna d sportiva di alcuni piccoli paesi.
Per finire , la scuola non deve preparare al lavoro, ma deve dare una formazione culturale di base perchè questa o te la da la scuola o non te la fai più. E poi i lavori cambiano talmente in fretta e sono talmente differenziati .. impossibile sincronizzare richieste con programmi ..
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