a me non sembra che la scuola superiore e l'università italiana siano poi quel "lacrime e sangue"Tanu ha scritto:Pivi, in Italia ci sono squadre Under 15 che si allenano una volta alla settimana. Da questo livello in poi comincia, non a caso, il gap tra noi e gli altri: ti assicuro, abbiamo fatto tornei a livello U11 e U13 e siamo andati a vincere in Irlanda, Scozia, Germania; dalla 15 in poi cambia la musica. E' un problema di cultura però, perchè da noi la scuola superiore e poi l'Università sono sofferenza, devi ammazzarti sui libri per imparare a memoria nozioni inutili...all'estero la scuola ti prepara alla professione e prima ancora alla vita e lo sport gioca un ruolo importante.PiVi1962 ha scritto:Il ragazzo intendeva gareggiare convinto di avere la possibilità di vincere.Willimoski ha scritto: E il mio amico fa (conoscendo la risposta): "Quanti allenamenti hai fatto nelle ultime due settimane?". Risposta: "Due".
E il grassetto cosa c'entra ?
Però come hanno già osservato, se non si allena il talento, non si vincerà mai.
Visto da fuori, da tifosi, sembra sempre tutto facile.
E' sufficiente leggere l'autobiografia di Armstrong (in uno sport non di contatto), per capire quali dolori fisici sopportava durante il Tour de France e quindi per capire quanto siano alte la soglia della fatica e del dolore che occorre superare per emergere davvero in molti sport al giorno d'oggi.
Posso fare un'altro esempio: il figlio di un collega giocava a rugby in una giovanile di una società qui a Roma.
E' andato a frequentare l'ultimo anno di liceo in Inghilterra, ed ha provato a giocare con la squadra della scuola. Ma ha rinunciato, dicendo "Qui in Inghilterra giocano un altro sport".
Nel senso, per essere didascalico, che l'impegno fisico richiesto era molto più alto che non in Italia, e che le partite erano molto più fisiche, veloci e dure che non in Italia.
Quest'anno a Monza abbiamo introdotto i 3 allenamenti a settimana; non è stato facile ma su un gruppo di 35 tesserati riusciamo ad avere una media di 27/28 ad allenamento (considera che ci sono 3 infortuni a lunga degenza). Non so fin quando durerà, ma i genitori stanno cominciando a capire che col rugby i ragazzi si riescono a sfogare e magari a distrarre da quelle 8/10 ore di studio che devono picchiare dento ogni giorno nel nostro stupido sistema scolastico.
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Re: Dispersione
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Re: Dispersione
Dipende dove mandi i tuoi figli.Willimoski ha scritto: a me non sembra che la scuola superiore e l'università italiana siano poi quel "lacrime e sangue"
Le scuole superiori a Monza sono molto toste (tranne le private) e le Università (Bocconi, Cattolica e Statale) non fanno sconti a nessuno.
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Re: Dispersione
Peggio! : per esperienza diretta (3 figli) giustificare una assenza per ragioni sportive é deleterio... meglio scrivere che non é andato a scuola/fatto i compiti/saltata la verifica perché troppo sconvolto dopo 3 giorni di rave party...Tanu ha scritto:Dipende dove mandi i tuoi figli.Willimoski ha scritto: a me non sembra che la scuola superiore e l'università italiana siano poi quel "lacrime e sangue"
Le scuole superiori a Monza sono molto toste (tranne le private) e le Università (Bocconi, Cattolica e Statale) non fanno sconti a nessuno.


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Re: Dispersione
Willi, il sistema italiano è stato da sempre considerato il più impegnativo, comparato con quello degli altri paesi, addirittura più impegnativo del necessario, per certi versi (qualcuno lo ha definito "studio fine a se stesso", questo perche non prepara alla vita e al mondo del lavoro la persona).Willimoski ha scritto:a me non sembra che la scuola superiore e l'università italiana siano poi quel "lacrime e sangue"Tanu ha scritto:Pivi, in Italia ci sono squadre Under 15 che si allenano una volta alla settimana. Da questo livello in poi comincia, non a caso, il gap tra noi e gli altri: ti assicuro, abbiamo fatto tornei a livello U11 e U13 e siamo andati a vincere in Irlanda, Scozia, Germania; dalla 15 in poi cambia la musica. E' un problema di cultura però, perchè da noi la scuola superiore e poi l'Università sono sofferenza, devi ammazzarti sui libri per imparare a memoria nozioni inutili...all'estero la scuola ti prepara alla professione e prima ancora alla vita e lo sport gioca un ruolo importante.PiVi1962 ha scritto:Il ragazzo intendeva gareggiare convinto di avere la possibilità di vincere.Willimoski ha scritto: E il mio amico fa (conoscendo la risposta): "Quanti allenamenti hai fatto nelle ultime due settimane?". Risposta: "Due".
E il grassetto cosa c'entra ?
Però come hanno già osservato, se non si allena il talento, non si vincerà mai.
Visto da fuori, da tifosi, sembra sempre tutto facile.
E' sufficiente leggere l'autobiografia di Armstrong (in uno sport non di contatto), per capire quali dolori fisici sopportava durante il Tour de France e quindi per capire quanto siano alte la soglia della fatica e del dolore che occorre superare per emergere davvero in molti sport al giorno d'oggi.
Posso fare un'altro esempio: il figlio di un collega giocava a rugby in una giovanile di una società qui a Roma.
E' andato a frequentare l'ultimo anno di liceo in Inghilterra, ed ha provato a giocare con la squadra della scuola. Ma ha rinunciato, dicendo "Qui in Inghilterra giocano un altro sport".
Nel senso, per essere didascalico, che l'impegno fisico richiesto era molto più alto che non in Italia, e che le partite erano molto più fisiche, veloci e dure che non in Italia.
Quest'anno a Monza abbiamo introdotto i 3 allenamenti a settimana; non è stato facile ma su un gruppo di 35 tesserati riusciamo ad avere una media di 27/28 ad allenamento (considera che ci sono 3 infortuni a lunga degenza). Non so fin quando durerà, ma i genitori stanno cominciando a capire che col rugby i ragazzi si riescono a sfogare e magari a distrarre da quelle 8/10 ore di studio che devono picchiare dento ogni giorno nel nostro stupido sistema scolastico.
Io posso parlare in due settori didattici: Liceo scientifico ed ingegneria. Esci dal primo, ti fai un mazzo quanto una casa e alla fine sai milioni di cose, ma nulla che ti possa servire per l'università. Entri ad ingegneria (informatica nel mio caso), e passi 3 anni a studiare analisi matematica, fisica, chimica, geometria, alla fine ci riesci e cosa hai ottenuto, oltre ad uscire pazzo? Niente! Il sistema scolastico degli altri paesi invece (a parte quello universitario americano in cui danno un Phd pure a Denis Rodman o a a O'Neill, pur di averceli nella propria università) fin dal liceo cerca di "insegnarti la vita" e di metterti in contatto con il mondo del lavoro.
Chiedi a qualcuno che ha una grossa azienda cosa pensa dei neolaureati italiani, rispetto a quelli provenienti da altri paesi. Ti diranno questo: ottima cultura di base, ma di lavoro non capiscono nulla, non hanno idea di come funzioni, e spesso siamo noi aziende che dobbiamo addestrarli da zero.
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Re: Dispersione
Confermo in pieno: mai giustificarsi addicendo motivazioni di carattere sportivo!!!!!!GiorgioXT ha scritto:Peggio! : per esperienza diretta (3 figli) giustificare una assenza per ragioni sportive é deleterio... meglio scrivere che non é andato a scuola/fatto i compiti/saltata la verifica perché troppo sconvolto dopo 3 giorni di rave party...Tanu ha scritto:Dipende dove mandi i tuoi figli.Willimoski ha scritto: a me non sembra che la scuola superiore e l'università italiana siano poi quel "lacrime e sangue"
Le scuole superiori a Monza sono molto toste (tranne le private) e le Università (Bocconi, Cattolica e Statale) non fanno sconti a nessuno.![]()
OT auguri GiorgioTX per il tuo 1000° messaggio!
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Re: Dispersione
1000 di questi messaggi!!Borghese ha scritto: OT auguri GiorgioTX per il tuo 1000° messaggio!
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Tanu e Borghese
Stavolta sono un po' perplesso davanti all'opinione sul modello educativo italiano.
Perché il rischio di un certo "preparare alla professione" è avere davanti degli ignoranti negli altri aspetti.
E mipiacerebbe megli comprendere il "maggiore preparazione alla vita" che attribuite ad altri sistemi.
E perché se c'è una cosa che molti vecchi laureati del mondo di ignegneria ben dento il lavoro , è proprio quella cultura di base a carattere matematico-scientifico che ai triennali di oggi non viene più impartita.
Dobbiamo un po'metterci d'accordo noi italiani sulla nostra scuola.
E in quanto alle aziende, avreimolto da chiedere su quanto loro capiscano delle necessità formative del cittadino: perché nellamia azienda gli operai sifanno, in 5 anni e più. Non si pretende di averli già formati , pronti per l'uso e per la discarica quando non serve più.
Stavolta sono un po' perplesso davanti all'opinione sul modello educativo italiano.
Perché il rischio di un certo "preparare alla professione" è avere davanti degli ignoranti negli altri aspetti.
E mipiacerebbe megli comprendere il "maggiore preparazione alla vita" che attribuite ad altri sistemi.
E perché se c'è una cosa che molti vecchi laureati del mondo di ignegneria ben dento il lavoro , è proprio quella cultura di base a carattere matematico-scientifico che ai triennali di oggi non viene più impartita.
Dobbiamo un po'metterci d'accordo noi italiani sulla nostra scuola.
E in quanto alle aziende, avreimolto da chiedere su quanto loro capiscano delle necessità formative del cittadino: perché nellamia azienda gli operai sifanno, in 5 anni e più. Non si pretende di averli già formati , pronti per l'uso e per la discarica quando non serve più.
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Luqa,
la differenza, soprattutto all'Università, è che gli studenti all'estero vivono da soli, in un campus, imparano a lavarsi i vestiti e trovarsi lavoretti per starci dentro, imparano a prendersi resposnabilità da subito e soprattutto SE NE VANNO DA CASA!!!!!
I nostri saranno anche colti, ma a 40 anni vivono ancora con la mamma e non sanno farsi un caffè!!!
la differenza, soprattutto all'Università, è che gli studenti all'estero vivono da soli, in un campus, imparano a lavarsi i vestiti e trovarsi lavoretti per starci dentro, imparano a prendersi resposnabilità da subito e soprattutto SE NE VANNO DA CASA!!!!!
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Dico la mia, seppur continuando nella linea palesemente OT già tracciata, ma finquando Cicca non ci cazzia...
Da quel che ho potuto vedere dopo 4 anni di lavoro in Francia, la scuola francese è una scuola di metodo, al contrario della ns che è di contenuti.
Dove sta la differenza? Provo a fare un esempio per essere, spero, più breve e chiaro: la filosofia da noi si studia iniziando dai presocratici e così si arriva ai giorni ns. Nella scuola francese, invece, si studia un argomento della filosofia trattandolo contemporaneamente per i pensatori più importanti che lo hanno trattato, quindi lo stesso problema affrontato sotto differenti aspetti e differenti epoche.
Cosa significa ciò? E' semplice che in Francia anche un insegnante scarso nel trasmettere i contenuti, almeno insegna un metodo logico di affrontare i problemi.
In Italia un buon insegnante Ti dà molto di più, perchè Ti dà contenuti e metodo (infatti nessuno vieta ad un insegnante italiano di richiamare altri filosofi nell'affrontare il pensiero di un pensatore posteriore). Il rovescio della medaglia è che l'insegnante italiano scarso non Ti darà né contenuti né metodo...
Non voglio né credo sia la sede per dare giudizi sulla scuola italiana, ma questa è la situazione. Ad ogni buon conto la preparazione generale, sarà inutile sul lavoro, ma è necessaria nella vita, da noi è molto meglio che in qualunque altro paese al mondo.
Peraltro una lamentela mi sembra doverosa, circa l'assoluta ottusità manifestata dagli insegnanti di fronte all'impegno sportivo di uno studente.
A me è capitato che nonostante il Preside del Liceo Scientifico comprendesse la necessità delle assenze di un ragazzo per impegni sportivi di alto livello e regolarmente certificati dalla FIR, con gli insegnanti fosse una continua guerra d'incomprensioni e ripicche infantili, benchè i risultati scolastici fosse sempre ben oltre la media (media di fine anno dell'8 può bastare?).
Al contrario, la scuola francese è molto più comprensiva, non nel tollerare le mancanze, ma nel consentire al ragazzo la pratica sportiva aiutandolo a conciliare lo studio.
pam

Da quel che ho potuto vedere dopo 4 anni di lavoro in Francia, la scuola francese è una scuola di metodo, al contrario della ns che è di contenuti.
Dove sta la differenza? Provo a fare un esempio per essere, spero, più breve e chiaro: la filosofia da noi si studia iniziando dai presocratici e così si arriva ai giorni ns. Nella scuola francese, invece, si studia un argomento della filosofia trattandolo contemporaneamente per i pensatori più importanti che lo hanno trattato, quindi lo stesso problema affrontato sotto differenti aspetti e differenti epoche.
Cosa significa ciò? E' semplice che in Francia anche un insegnante scarso nel trasmettere i contenuti, almeno insegna un metodo logico di affrontare i problemi.
In Italia un buon insegnante Ti dà molto di più, perchè Ti dà contenuti e metodo (infatti nessuno vieta ad un insegnante italiano di richiamare altri filosofi nell'affrontare il pensiero di un pensatore posteriore). Il rovescio della medaglia è che l'insegnante italiano scarso non Ti darà né contenuti né metodo...
Non voglio né credo sia la sede per dare giudizi sulla scuola italiana, ma questa è la situazione. Ad ogni buon conto la preparazione generale, sarà inutile sul lavoro, ma è necessaria nella vita, da noi è molto meglio che in qualunque altro paese al mondo.
Peraltro una lamentela mi sembra doverosa, circa l'assoluta ottusità manifestata dagli insegnanti di fronte all'impegno sportivo di uno studente.
A me è capitato che nonostante il Preside del Liceo Scientifico comprendesse la necessità delle assenze di un ragazzo per impegni sportivi di alto livello e regolarmente certificati dalla FIR, con gli insegnanti fosse una continua guerra d'incomprensioni e ripicche infantili, benchè i risultati scolastici fosse sempre ben oltre la media (media di fine anno dell'8 può bastare?).
Al contrario, la scuola francese è molto più comprensiva, non nel tollerare le mancanze, ma nel consentire al ragazzo la pratica sportiva aiutandolo a conciliare lo studio.
pam
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Comunque vi assicuro che all'estero il nostro livello culturale se lo sognano: sono stato in un'università canadese, e vi dico che la differenza tra l'italiano e i canadesi è che noi sappiamo sempre dire qualcosa su tutto e siamo capaci, con le nostre conoscenze, di trovare collegamenti e ulteriori discorsi da fare, mentre loro sono molto più specifici. Questo non è sbagliato, ma il loro rischio è che se escono dal seminato, si trovano veramente nei casini..
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Non tutti, Tanu, fidati, non tutti...Tanu ha scritto:Luqa,
la differenza, soprattutto all'Università, è che gli studenti all'estero vivono da soli, in un campus, imparano a lavarsi i vestiti e trovarsi lavoretti per starci dentro, imparano a prendersi resposnabilità da subito e soprattutto SE NE VANNO DA CASA!!!!!
I nostri saranno anche colti, ma a 40 anni vivono ancora con la mamma e non sanno farsi un caffè!!!
pam
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- Tanu
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Continuiamo l'OT, poi con Cicca ci parlo io...
Non fraintendetemi, non sto bocciando la Scuola Italiana in toto; personalmente sono stato fortunato, ho trovato sulla mia strada grandi maestri, da quella delle elementari al prof di Matematica delle medie che mi trasmise la passione per i numeri e la logica; alla prof di Italiano delle superiori che mi ha insegnato la grammatica e i congiuntivi. Per non parlare degli anni in Bocconi in cui ho studiato economia con Mario Monti e finanza col povero Demattè, tecnica bancaria con Ruozi e sociologia con Dalla Chiesa; in generale, però, vedo che ancora oggi si associa l'idea di buona scuola con scuola masochista. Mio figlio è in terza media e quasi tutti i giorni deve studiare fino alle 10/11 di sera; e non vede l'ora di sgambettare un paio d'ore giù al campo per ritrovare un pò d'equilibrio psichico.
Il mio dubbio è che creiamo una generazione di stressati, mammoni ed insicuri quindi da qualche parte qualcosa non funziona. Non ho la bacchetta magica, ma forse la verità sta nel mezzo tra il ns sistema e quello dei paesi nordici.
Non fraintendetemi, non sto bocciando la Scuola Italiana in toto; personalmente sono stato fortunato, ho trovato sulla mia strada grandi maestri, da quella delle elementari al prof di Matematica delle medie che mi trasmise la passione per i numeri e la logica; alla prof di Italiano delle superiori che mi ha insegnato la grammatica e i congiuntivi. Per non parlare degli anni in Bocconi in cui ho studiato economia con Mario Monti e finanza col povero Demattè, tecnica bancaria con Ruozi e sociologia con Dalla Chiesa; in generale, però, vedo che ancora oggi si associa l'idea di buona scuola con scuola masochista. Mio figlio è in terza media e quasi tutti i giorni deve studiare fino alle 10/11 di sera; e non vede l'ora di sgambettare un paio d'ore giù al campo per ritrovare un pò d'equilibrio psichico.
Il mio dubbio è che creiamo una generazione di stressati, mammoni ed insicuri quindi da qualche parte qualcosa non funziona. Non ho la bacchetta magica, ma forse la verità sta nel mezzo tra il ns sistema e quello dei paesi nordici.
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lo so Pam, ma sono la maggioranza. E' inutile arrabbiarsi se TPS dice che la maggioranza dei quarantenni Italiani sono bamboccioni: è vero!pam ha scritto: Non tutti, Tanu, fidati, non tutti...
pam
Io ho 40 anni e almeno la metà dei miei compagni di scuola vive ancora in casa, ha lavori ben retribuiti che gli consentirebbero di vivere da soli ma è chiaro che l'albergo/casa è più comodo...
Sono andato a vivere a Londra a 23 anni, mi sono sposato a 25 e sono diventato padre a 26: la maggior parte dei miei amici continua ancora oggi a credermi un pazzo!!!!
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