Mentre i giocatori georgiani, finita l'euforia, torneranno a sudarsi la pagnotta nei vari campionati francesi, dove se non rendi ti mandano via (a parte Ninjashvili, beato lui, che è un fenomeno), i nostri saranno senz'altro tristi, ma da oggi sono alle Eolie con la morosa (in miniera!

Ieri non c'erano gli occhi della tigre. Buona volontà, impegno, ma non la cattiveria vera.
Ci sono ragazzi che hanno lacune tecniche, e che non le colmano dopo cinque-dieci anni di professionismo.
Forse il baco delle franchigie è davvero questo.
Via, tutti in Francia ed Inghilterra. Oppure nel dopolavoro del Top10, che forse è il reale livello del rugby italiano.